Dal momento della dichiarazione di indipendenza di Israele, Gerusalemme, la capitale della nuova nazione (che al suo interno aveva un quartiere a maggioranza ebraica), fu assaltata dalle forze arabe, determinate ad abbattere il nuovo Stato sul nascere tagliando i collegamenti tra la sua città principale dal resto del paese. La Legione Araba (l’esercito della Transgiordania, addestrato e controllato dalla Gran Bretagna) riuscì a conquistare il quartiere ebraico, la zona più antica della città: tra le vittime nel tentativo di difenderla vi fu la 22enne Esther Cailingold.
L’unico collegamento tra Gerusalemme e il resto di Israele era costituito da una stretta strada che percorreva le colline della Giudea fino alla costa, il cosiddetto corridoio di Gerusalemme. Questa via fu interrotta dai soldati arabi e divenne teatro di attacchi e contrattacchi ripetuti.
L’indipendenza di Israele portò alla creazione, avvenuta il 28 maggio dello stesso anno, di un esercito, di una marina e di un’aviazione nazionali, la Israel Defence Force (IDF): l’Haganah, che in precedenza era l’esercito di difesa dell’amministrazione sionista, divenne parte dell’esercito nazionale. Suo scopo era rendere effettiva la statualità ebraica nei territori assegnati agli ebrei dalla Risoluzione ONU del 1947, attraverso il contrasto delle forze arabe dissidenti. Importanti unità dell’esercito furono stanziate anche all’interno di Gerusalemme. La loro prima vera battaglia su larga scala avvenne nel passaggio a sud della città, dove le forze Egiziane, penetrate di 125 kilometri dal deserto del Sinai, impadronendosi dell’unico kibbutz della città, Ramat Rahel. Due volte le forze israeliane lo riconquistarono e due volte ne furono ricacciati, fino alla creazione della Brigata Harel, che riuscì a respingere definitivamente gli egiziani. Ancora oggi le trincee utilizzate per combattere quella battaglia sono presenti a Ramat Rahel. Il comandante della Brigata Harel era Yitzhak Rabin, futuro Primo Ministro dello Stato ebraico. La Brigata era parte del Palmach, il distaccamento dell’Haganah.
Nel quartier generale israeliano a nord di Tel Aviv era in corso una accesa disputa. Il Capo di Stato Maggiore Yigael Yadin era convinto che non vi fossero sufficienti truppe ed armi per cacciare gli arabi dal corridoio di Gerusalemme e rompere così l’assedio. Il Primo Ministro Ben-Gurion designò la Settima Brigata per il perseguimento di questo obiettivo.
Yadin non era convinto, considerando che più di un quarto dei suoi componenti erano sopravvissuti alla Shoah appena rientrati dai campi di detenzione inglesi a Cipro; molti di loro non avevano mai impugnato nemmeno un fucile e non parlavano una sola parola di ebraico, la lingua ufficiale del comando. Ben-Gurion replicò che la Settima Brigata era l’unica unità militare che non era impegnata su altri fronti di guerra, uno dei quali si trovava a soli 12 km di distanza da Tel Aviv.
Fu così che la Settima Brigata entrò in azione il 25 maggio, attaccando le forze arabe dall’ingresso sud del corridoio di Gerusalemme a Latrun, una ex fortezza della polizia inglese. Tra i feriti in quella battaglia vi fu Avigdor Arikha, un sopravvissuto alla Shoah che in seguito diventerà uno dei più abili pittori israeliani, e Ariel Scheinermann, il futuro Ariel Sharon. Anche un secondo attacco fallì a distanza di cinque giorni dal primo e Latrun rimase sotto il controllo degli arabi fino al 1967.
Per oltrepassare l’ostacolo di Latrun sulla via di Gerusalemme, fu costruita una nuova strada attraverso le colline e le foreste, la Burma Road, nome ispirato all’omonima strada costruita nella seconda guerra Mondiale sulle montagne tra la città di Burma e la Cina. Questa via fu essenziale alla fine dell’assedio per il trasporto di viveri ed armi a Gerusalemme.